Venerdì scorso nel villaggio siriano di Hula, è stata compiuta una strage in cui hanno perso la vita 85 persone tra cui 34 bambini di età inferiore a 10.
Il regime di Assad, ha negato ogni addebito, sostenendo che la strage è stata compiuta da gruppi terroristici vicina ad Al Qaeda.
La strage ha suscitato lo sdegno della comunità internazionale, ad eccezione della Russia e della Cina; il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha esplicitamente dichiarato che Assad se ne deve andare, l’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea, Catherine Ashton, si è detta «inorridita dalle notizie del brutale massacro, mentre il segretario dell’ONU Ban Ki-moon e l’inviato speciale di Lega Araba e ONU Kofi Annan saranno sul posto per le verifiche e interverranno nelle opportuni sedi nei prossimi giorni, per riferire sullo stato dei fatti.
Ad oggi, la maggioranza degli osservatori internazionali, compreso il generale Robert Mood, capo missione ONU, hanno dichiarato che non ci sono ancora prove certe circa le responsabilità del regime di Bashar al Assad.
L’unico fatto certo è il seguente:<< Hula è una città nelle mani dei ribelli al regime di Assad, la battaglia iniziata presso la periferia, si è man mano trasferita nel centro della città dove sono entrati in azione gli shabiha, ossia milizie in parte mercenarie, che in passato si sono distinte per i loro atti violenti e cruenti contro la popolazione civile, alcune agenzie di stampa riferiscono chi i ribelli siriani hanno chiesto aiuto all’ONU, senza successo>>:
In Siria, e in generale in quel quadrante medio-orientale, la situazione è estremamente delicata, di gran lunga superiore rispetto a quello che è successo in alcuni paesi del nord Africa, l’auspicio è quello che la Comunità internazionale non perda tempo in squallidi giochi di potere, ma riesca in maniera decisa a far rispettare le varie risoluzioni ONU già varate e intraprendere nuove iniziative per debellare il regime di Assad.
Da parte nostra registriamo con commozione l’orrenda strage perpetrata ai danni della popolazione civile e la piena e incondizionata solidarietà a una popolazione che sta attraversando un periodo così travagliato per la loro emancipazione civile e culturale.