L’esercizio mentale a cui intendo sottopormi, è assai semplice, tuttavia a volte capita che presi dal logorio della vita moderna o semplicemente perché ci si è fatto l’abitudine, non ci si rende più conto del significato di certe parole, del loro vero contenuto, del loro valore e dell’influenza che hanno o dovrebbero avere sulla nostra vita!
Tale esercizio lo possiamo estendere a qualsiasi espressione della nostra vita, di tipo sentimentale, economico, squisitamente letterario, pedagogico, politico-sociale…nel tentativo di dare se non una scossa almeno una diversa consapevolezza alla nostra esistenza.
Ecco, io mi vorrei soffermare sul significato e/o importanza che passa tra l’essere suddito e l’essere cittadino!
Al Liceo mi insegnarono che fu grazie alla rivoluzione francese che la condizione degli uomini si elevò e si diversificò da quella di sudditi in quella di cittadini!
Con la “Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino” si sancisce una volta per tutto la nuova condizione sociale, giuridica ed economica degli uomini, sino a farne, nel corso dei secoli, una condizione mentale e psicologica acquisita.
Il concetto di Cittadinanza ha subito nel corso dei secoli, diversi attacchi e diversificazioni sul tema, a partire dalla rivoluzione sovietica, passando attraverso varie rivoluzioni industriali, qualcuna di tipo culturale e due guerre mondiali per continuare a “evolversi” nell’ambito di una globalizzazione che mentre da un lato né svuota i contenuti Nazionali, dall’altro non riesce a sostituirli con quelli non dico internazionali ma quanto meno europei.
Essere cittadino, vuol dire essere pieno titolare di diritti civili e politici e di altre situazioni giuridiche attive che direttamente l’Ordinamento Giuridico Riconosce e Garantisce, tale condizione si differenzia da quella di suddito in quanto tale titolare unicamente di “situazioni giuridiche”, anche se il termine è improprio, solamente passive, cioè doveri e soggezioni.
La condizione di cittadino implica: 1- Diritti politici, relativi alla partecipazione dei cittadini al governo dello Stato; 2- Diritti civili, a cui corrispondono una limitazione dei poteri dello Stato e che si traducono in libertà personale, uguaglianza di fronte alla legge, di movimento, di riunione, di associazione, di coscienza e di religione, il diritto a non essere privati arbitrariamente della proprietà…etc; 3- diritti sociali, che impongono alle Istituzioni di fare, erogare delle prestazioni di tipo sociale contro la disoccupazione, la malattia, la vecchiaia, per un diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione alla sicurezza…etc.
Ma a questo punto, lì conti non mi tornano!
Rilevo con rammarico che la nostra condizione è più vicina a quella di sudditi che a quella di cittadini, gli stessi stati nazionali stanno perdendo o barattando, quote importanti della loro sovranità e con essa quella dei cittadini che né costituiscono la struttura portante, verso sovrastrutture non democraticamente elette, in poche parole gli stati stanno cedendo, sotto il ricatto del capitale, la propria persona giuridica a organizzazioni sovranazionali che impongono la dittatura dei capitali.
Il FMI e la BCE, come è noto svolgono un ruolo primario nell’ambito dell’ economia mondiale, tramite le Sue istruttorie e i suoi suggerimenti, condizionano l’elaborazione di quei principi a cui i singoli stati, che versano in una situazione di bisogno, si devono attenere, se essi non si adeguano a tali “indicazioni”, non possono accedere a determinati finanziamenti.
Tali organi prendono le lor decisioni in base a parametri quali il bilancio di uno stato, che deve essere tendenzialmente in pareggio, la drastica riduzione della spesa pubblica, alle privatizzazioni e alla eliminazione di tutte le diseconomie, l’Organo che decide è il Consiglio dei governatori, composto da un governatore e da un supplente nominati da ciascuno degli stati membri, il bello è che tale organo delibera non in base al principio “una testa un voto” ma a quello, udite bene, udite bene “tanti voti per ciascuna testa quante sono le quote di partecipazione” le quali sono direttamente proporzionali alla ricchezza degli stati membri, e indovinate quale è lo stato che all’interno del FMI ha la maggiore quota? Gli USA, che partecipano al Fondo con una quota che è di gran lunga la maggiore di tutte le altre (!?)
Allora secondo Voi chi decide?
Chi comanda?
Altra cosa è il Consiglio di amministrazione, con funzioni esecutive ed il Direttore Generale.
Allo stesso modo funziona la Banca Mondiale, organo dell’ONU!
Il compito della Banca Mondiale è quello di concedere mutui per investimenti produttivi individuati mediante progetti specifici che sono valutati in ragione dell’importanza per l’economia di quel paese, ad un tasso di interesse variabile secondo il grado di sviluppo dei paesi che lo chiedono, il che non corrisponde alle esigenze dello sviluppo dei paesi che ne sono lontani(!?) –vedi TAV-
Altra cosa è il WTO, la cui Conferenza è caratterizzata da 202 membri rappresentanti dei singoli stati, che si riunisce ogni due anni, il Consiglio Generale, composto anch’esso dai rappresentanti degli stati membri, è convocato negli intervalli tra le riunioni della Conferenza, per svolgerne le funzioni, sono diretti dal Segretario
e dal Direttore generale; il fine istituzionale del WTO è la liberalizzazione degli scambi commerciali, esso è proteso verso la conclusione di negoziati che concernono il commercio mondiale fortemente liberalizzati, che comprendono merci, servizi e proprietà intellettuale. Ha un potere normativo, amministrativo e sanzionatorio, ne consegue che la sua influenza sull’economia del mondo, sulla finanza, sull’occupazione, sullo sviluppo, tra i dislivelli tra paesi ricchi e paesi poveri è enorme.
Avete mai sentito parlare del tracollo fraudolento della Enron, o della crisi monetaria della Turchia, al crack dell’Argentina? Per non parlare delle devastazioni ecologiche che colpiscono un po ovunque tutto il globo terrestre!
FMI, Banca mondiale, WTO, BCE, Ramonet li definiva <<l’asse del male>> e oggi anche MES, non sono nati per caso, sono il prodotto di scelte politiche mirate, operate dagli stati e dai loro governi, mediante i trattati internazionali e sono proprio tali trattati che oggi sono diventati i principali strumenti attraverso i quali tali organizzazioni sovranazionali svuotano i nostri ordinamenti nazionali svuotandoli della loro sovranità e di conseguenza la nostra condizione di cittadini.
Questa sottrazione di sovranità agli stati nazionali verso organizzazioni sovranazionali o internazionali non è stata controbilanciata da una forza sociale, forte del suffragio universale e provvista di ideali tanto forti da porsi allo stesso livello di quelli della democrazia e spinta dagli imperativi delle classi escluse dall’elettorato degli stati liberal-borghesi; questa condizione indispensabile, non si è verificata, in tal modo la sovranità è passata direttamente dallo Stato al mercato, un mercato costruito, difeso e garantito da queste organizzazioni nazionali contro cui possono ben poco le difese dei singoli stati nazionali.
Concludo con una frase che campeggiava su una mia tesina ai tempi dell’Università, tratta da un manoscritto del 1844 dal titolo <<Profitto del Capitale>> essa affermava:<< Come si diventa proprietari di capitali produttivi? Come si diventa proprietari di prodotti, creati per mezzo di questi capitali?>>: la risposta fu:<< Mediante il diritto positivo>>. I TRATTATI (!?)
Quello dei trattati, infatti chi altro potrebbe se non gli stati nazionali, disporre delle condizioni di esecutorietà degli atti giuridici?
Una sola speranza ancora ci resta, è posta in relazione al fatto che gli ordinamenti sovranazionali non dispongono ancora di strumenti adatti e idonei al controllo del territorio, non è loro lo spazio sul quale si dispiegano le funzioni sovrane che hanno ricevute dagli stati, le norme degli ordinamenti sovranazionali, i loro atti, riescono ad avere esecutorietà solo prendendola in prestito dagli stati ai quali è riservato il potere esecutivo. E’ sul territorio che gli stati esercitano il potere diretto e quello derivato da quello ceduto. E’ lo spazio che ci appartiene e non è solo dei possessori di capitali.
Se da un lato il potere sovrano si è librato sopra gli stati, questi stessi stati sono quelli delle COSTITUZIONI del secondo dopoguerra, in cui sono sanciti il costituzionalismo dei diritti sociali, della democrazia militante per la riconquista della libertà e dell’eguaglianza.