Sono entrato in quella stanza con la ferma convinzione di mettere ordine tra tutte quelle cose tralasciate da troppo tempo, non per malavoglia o per trasandatezza, ma semplicemente per distrazione.
Mi sono imbattuto in uno strano miscuglio di punti e righe, diversamente variopinti e di forme inconciliabili e a tratti interconnessi tra di loro da bolle di sapone che rimbalzando da qui a lì tra raggi di polvere, cercavano di disegnare quei ricordi che non riescono a riposare di sonni tranquilli e possibilmente privi di sogni.
Per un istante, con il semplice spostamento dell’aria provocato da alcuni miei impercettibili movimenti, sono riuscito a coordinare tra di loro alcune forme in strane geometrie che, a guardarle bene, almeno per approssimazione sarebbero riuscite a rassicurarmi circa quei concetti di ordine, durata e persistenza nel tempo, obiettivi che sin dall’inizio sella mia impresa mi ero prefissato.
Mi curai poco della sintassi, essendomi imbattuto in un algoritmo che non mi dava nessuna possibilità di recupero o magari di nemesi, in tal modo sarei riuscito a conciliare il mio senso per l’infinito con quello che restava della mia immortalità, e così mi concentrai su tutti quegli spazi lasciati vuoti dagli oggetti che avevo spostato…
perdonami…..sarò stanca, ma non ho capito nulla……buona serata! 🙂